Intervento di Paolo Ragusa, Presidente del Centro Studi C.E.S.T.A.
In queste ore crescono le manifestazioni di cattiveria verso le persone incolpevoli, percepite come "diverse " o comunque ostili.
Delle scene di razzismo contro gli immigrati ormai la cronaca è piena, ma negli ultimi giorni abbiamo registrato nel Nord Italia un’escalation di episodi di intolleranza a danno dei meridionali; ma non ci è neanche sfuggito il grave caso di bullismo a Catania contro un ragazzo disabile, e persino un Parlamentare protagonista di espressioni di vilipendio rivolte al Presidente della Repubblica.
Il cattivismo imperversa, senza limiti geografici, non conosce differenze di classe sociale, investe tutti i settori della società ed é molto presente nelle istituzioni.
Ma questi sono i sintomi di una patologia sociale alimentata da un dilagante sentimento di odio e della crescente cultura dello scarto, per dirla con le parole di Papa Francesco, che avvicina ciascun individuo - spesso ammantato di paure inesistenti - alla tentazione di affermare il proprio spazio di sopravvivenza a danno dell'altro.
La terapia è affidata a noi cittadini che siamo chiamati a riscoprirci meno individui e più persone, a ritornare a coltivare le relazioni umane, a investire sul nostro senso di umanità.
Dove si riscopre il valore della comunità, abbandonando il rancore ma recuperando nuovi legami di solidarietà, cresce il benessere sociale e lo sviluppo, perché essere felici aiuta se stessi e anche gli altri!
La politica è lo specchio della società e, laddove ne avesse la volontà, da sola non ce la potrebbe fare a invertire la rotta.
Qui, invece, serve subito fare partire l'operazione di bonifica dei nostri cuori!