Migranti e Politica
Inchiesta sui dieci Cpr italiani: come funzionano, chi li gestisce, quanto costano
Sono luoghi di detenzione, ma su di loro è stato scritto ogni tipo di denuncia per trattamenti disumani in cui anche il Terzo settore è coinvolto. Tutto quello che c'è da sapere sui Centri per i rimpatri.
Carceri, lager, luoghi disumani, inferno: questi gli aggettivi che stiamo sentendo in relazione ai Centri di permanenza per i rimpatri-Cpr.
«Quando non è possibile eseguire con immediatezza l’espulsione mediante accompagnamento alla frontiera o il respingimento, a causa di situazioni transitorie che ostacolano la preparazione del rimpatrio o l’effettuazione dell’allontanamento, il questore dispone che lo straniero sia trattenuto per il tempo strettamente necessario presso il centro di permanenza per i rimpatri più vicino, tra quelli individuati o costituiti con decreto del Ministro dell’interno, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze»: così dice l’articolo 14 del decreto legislativo 286 del 1998 (il testo unico sull’immigrazione, ndr) precisando che «Lo straniero è trattenuto nel centro, presso cui sono assicurati adeguati standard igienico-sanitari e abitativi, con modalità tali da assicurare la necessaria informazione relativa al suo status, l’assistenza e il pieno rispetto della sua dignità».
Le cronache, però, raccontano di Cpr dove lo «straniero» è «trattenuto» con modalità tutt’altro che umane e rispettose della sua dignità di persona. … - così come pubblicato il 30.12.2023 da vita.it (fonte notizia) dove si può continuare a leggere.