Ecco come i richiedenti asilo possono salvare le imprese senza manodopera

Ecco come i richiedenti asilo possono salvare le imprese senza manodopera
Qualcuno ricorda il Cara di Mineo? Originariamente si chiamava «Residence degli Aranci», a 50 km da Catania, con 404 abitazioni di 160 metri quadrati ciascuna, dotate di 3-4 camere da letto e fino a 3 bagni. Era stato costruito dalla società Pizzarotti, una delle principali imprese di settore italiane, per le famiglie dei marines di stanza alla base americana di Sigonella. Nel 2011, scaduto il contratto di affitto, l’allora presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e il ministro dell’Interno Roberto Maroni, lo hanno ribattezzato «Residence della solidarietà», per dare una collocazione alle migliaia di migranti accalcati sull’isola di Lampedusa. Così il 2 marzo 2011 viene requisito dal prefetto Giuseppe Caruso (qui pag. 11), trasformato in un centro per richiedenti asilo, e la gestione affidata al consorzio Sol. Calatino Terra d’Accoglienza, ente pubblico formato da un raggruppamento di comuni del comprensorio.
È stato un disastro. Le 34 etnie presenti, mischiate in un unico luogo, hanno innescato situazioni drammatiche di conflittualità. Contro una capienza del centro di 3 mila persone sono stati ammassati fino a 4 mila migranti, con punte di 5 mila, e tempi di attesa alle loro richieste d’asilo che sforavano i 3 anni. Una gestione funzionale alle infiltrazioni criminali che reclutavano nel giro delle prostituzione le donne appena arrivate, e fornivano abbondante manovalanza in nero per la raccolta delle arance. Si sono aperti processi per turbativa d’asta e corruzione, il centro commissariato e poi definitivamente chiuso nel 2019 da Matteo Salvini, allora ministro dell’Interno. … - così come pubblicato il 8 aprile 2024 da www.corriere.it (fonte notizia)  dove si può continuare a leggere