Sono stati pubblicati i Rapporti sulla presenza dei cittadini migranti nelle aree metropolitane, curati dalla Direzione Generale dell'Immigrazione e delle politiche di integrazione del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, con il supporto di ANPAL Servizi S.p.A.
L'analisi dei dati al 1° gennaio 2017 mette in luce i principali aspetti dell'inclusione sociale e lavorativa dei migranti sui territori, all'interno di uno scenario caratterizzato da differenze significative in termini geografici e di densità della popolazione. Tra le dimensioni discusse vi sono quella socio-demografica, quella relativa ai percorsi di integrazione dei minori stranieri e delle seconde generazioni, nonché la condizione occupazionale e imprenditoriale dei cittadini migranti. Le aree metropolitane considerate sono Bologna, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Palermo, Roma Capitale, Torino, Venezia. Per questa edizione, le informazioni disponibili non hanno consentito un'analisi dettagliata delle altre aree metropolitane - Bari, Cagliari, Catania, Messina, Reggio Calabria - i cui dati principali sono comunque illustrati nel Rapporto di sintesi.
La presenza dei 3.714.137 cittadini non comunitari regolarmente soggiornanti in Italia è caratterizzata da una maggiore concentrazione al Nord (62%), seguito dal Centro (24,2%) e dal Mezzogiorno (13,9%).
Milano e Roma ne accolgono più di un quinto: in queste aree hanno richiesto o rinnovato il permesso di soggiorno, rispettivamente, il 12% e il 9,3% dei cittadini non comunitari. Seguono Torino, Firenze, Napoli e Bologna con percentuali comprese tra il 2,3% e il 3,2%, mentre le altre città metropolitane ne accolgono meno del 2%.
Le diverse aree metropolitane sono spesso caratterizzate dalla presenza di una specifica comunità migrante: ad esempio, a Bari è forte l'incidenza dei cittadini albanesi (un terzo dei non comunitari presenti nell'area metropolitana). La comunità ecuadoriana mostra una presenza significativa a Genova (26,2%), quella srilankese a Messina (24,8%); a Torino è presente una importante componente di cittadini marocchini (23,7%), a Napoli si rileva una forte incidenza della comunità ucraina (23,8%).
Nelle città metropolitane geograficamente più esposte ai flussi non programmati è elevata l'incidenza dei titolari di protezione internazionale. A Catania sono il 36,7% dei non comunitari regolarmente soggiornanti (incidenza aumentata di 33 punti percentuali negli ultimi 7 anni). Seguono Reggio Calabria con il 36% (+26 punti percentuali dal 2015) e Bari con il 26,7% (+14,4 punti in 7 anni). I permessi di soggiorno per motivi familiari rappresentano, invece, circa la metà di quelli totali in città come Bologna, Torino e Venezia (rispettivamente 48%, 45% e 44,9%).
Il tasso di occupazione della popolazione non comunitaria oscilla dal 49,3%, rilevato a Reggio Calabria, al 69,1% dell'area metropolitana di Roma. Il tasso di disoccupazione risulta minimo a Roma (9,9%) e massimo a Genova (25,8%); con riferimento al tasso di inattività, Genova e Roma fanno registrare i valori più bassi, mentre Reggio Calabria, Venezia e Palermo i più alti.
A Milano, Firenze e Roma si registra la maggiore incidenza di cittadini non comunitari tra i titolari di imprese individuali (rispettivamente 24,9%, 20,9% e 19,5%). Roma, Milano e Napoli sono le città metropolitane con il maggior numero, in termini assoluti, di imprese individuali a titolarità non comunitaria (rispettivamente 36.110, 32.210 e 17.560).
Tutti i Rapporti sulla presenza dei migranti nelle Città Metropolitane (edizioni 2016 e 2017) e le relative sintesi sono disponibili sul Portale Integrazione Migranti, sul sito istituzionale del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e sul sito di ANPAL Servizi S.p.A.
(Fonte: Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali)
In allegato il Quaderno di sintesi