L'Inapp presenta il volume di Daniela Pavoncello che riporta i dati della ricerca “Farming for health”: illustra le dimensioni qualitative e quantitative del settore. Impiegate complessivamente oltre 1.500 persone con competenze in ambito agricolo e 2.400 con competenze sociali
L'agricoltura sociale come opportunità e “terreno” per l'inclusione sociale delle persone con disabilità: è questo il tema del convegno promosso da Inapp (Istituto nazionale per l'analisi delle politiche pubbliche), in programma per il 30 ottobre a Roma (Sala Auditorium Inapp – Corso d'Italia, 33/34). Nell'occasione, sarà presentato il volume di Daniela Pavoncello “Agricoltura sociale: un laboratorio di inclusione per le persone con disabilità”, che contiene i risultati del rapporto “Farming for health: l’agricoltura sociale come opportunità per l’inclusione sociale delle persone con disabilità”, pubblicato a seguito dell’approvazione della Legge n. 141/2015.
Il progetto, in linea con il Programma triennale dell'Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità 2014-2016, ha realizzato, con la collaborazione del Crea, un’analisi delle pratiche di agricoltura sociale condotte a livello nazionale ed europeo per favorire la partecipazione attiva e l’inclusione sociale delle persone con disabilità.“Questo progetto di ricerca ha consentito di evidenziare come l'agricoltura sociale sia in grado di aprire nuovi spazi di vitalità e di inclusione socio-lavorativa per le persone con disabilità – scrive nella prefazione Franca Biondelli, sottosegretario al ministero del Lavoro e delle Politiche sociali del governo Renzi – Le esperienze di agricoltura sociale, così come disciplinata, per la prima volta, dalla legge n. 141 del 2015, mostrano una presa in carico multifunzionale coerente con i principi dettati dalla Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità, diventando così un veicolo di riabilitazione e inclusione oltre che un'opportunità economica per lo sviluppo sostenibile dei territori”.
Sintesi della ricerca: il campione. I ricercatori, dopo aver costruito una base dati di 1.197 attività, hanno inviato il questionario a cui hanno risposto, da giugno 2016 a marzo 2017, 411 operatori. Ai fini dell'indagine sono stati però utilizzati 367 questionari: in 200 casi, risultavano impiegate persone con disabilità. Si tratta dell'indagine sull'agricoltura sociale che, in Italia, coinvolge il maggior gruppo di soggetti: i suoi risultati rappresentano quindi un passo importante per la conoscenza di questo settore e apre la strada. Le cooperative sociali rappresentano il 46% degli attori che hanno risposto al questionario, segite dalle aziende individuali (19%), dalle società e dalle organizzazioni del Terzo settore (rispettivamente 12%).
Finanziamenti e canali di vendita. Per l'avvio dell'attività di agricoltura sociale, un quarto del campione ha fatto ricorso a finanziamenti: nel 60% dei casi con fondi pubblici, soprattutto europei ma anche nazionali. Seguono i finanziamenti pricati, che comprendono anche quelli raccolti tramite crowdfunding e donazioni. Minore il ricorso a finanziamenti bancari e di fondazioni. La maggioranza dei soggetti utilizza più di un canale di vendita e indica la preferenza per una commercializzazione senza intermediari: il canale pù utilizzato è la vendita diretta in azienda (60,2%), seguito dai gruppi di acquisto (35,1%) e dai mercati contadini e rionali (32,2%). Le attività di agricoltura sociale sono generalmente rivolte a più di una tipologia di destinatari: il 54,5% del campione svolge attività destinate a persone con disabilità, percentuale questa di gran lunga superiore a quella degli altri segmenti di popolazione.
Addetti e beneficiari in cifre. Dall'indagine emerge che nel campo dell'agricoltura sociale sono impiegate complessivamente oltre 1.500 persone con competenze in ambito agricolo, in possesso per lo più del diploma di scuola superiore di secondo grado, che hanno acquisito competenze nel settore agricolo attraverso corsi di formazione sull'agricoltura sociale in generale, ma anche, in alcuni casi, su pet therapy, inclusione lavorativa, disabiltà ecc. Gli addetti con competenze sociali coinvolti nel settore sono invece oltre 2.400, tra educatori, tutor, psicologi, formatori, che possono essere a carico dell'organizzazione o appartenere a strutture esterne. Per quanto riguarda i beneficiari, infine, il numero medio annuale di persone con disabilità coinvolte nel settore è pari a 2.039. Altissima la percentuale delle persone con disaiblità intellettive (73,7%), che ariva all'84% se consideriamo anche le persone con disturbo dello spettro autistico. Le persone con disabilità motorie rappresentano invece il 9,2% dei beneficiari, mentre quelle con disabilità visive e uditive costituisce appena il 3,3 e l'1%. I beneficiari con disabilità hanno per lo più tra i 18 e i 30 anni (42%) e tra i 30 e i 49 (36%): questo dato conferma come l'agricoltura sociale rappresenti un'opportunitò di lavoro in crescita rispetto ad altri settori produttivi, che vede il coninvolgimento anche di persone con disabilità. C'è anche una significativa percentuale (13%) di ragazzi al di sotto dei 18 anni, probabilmente studenti coinvolti in progetti di alternanza scuola-lavoro.
Inserimento lavorativo. L'inserimento lavorativo è una delle modalità principali di coinvolgimento delle persone con disabilità: nel 24% dei casi tramite borsa lavoro, nel 22,9% tramite tirocinio o come socio-lavoratore, nel 21,9% dei casi come dipendente. Le attività agricole in cui queste persone sono maggiormente coinvolte sono le cure colturali (16,9%) e la raccolta del prodotto (17,2%).
“Il sensibile incremento delle esperienze di agricoltura sociale registrato negli ultimi cinque anni – si legge nelle conclusioni del volume – è, anche se in misura parziale, una risposta alla stagnazione economica del Paese che si è ripercossa particolarmente sulle fasce di popolazione più fragili. L'incontro tra Terzo settore, mondo agricolo e sfera dei servizi sociali pubblici, espresso dall'agricoltura sociale, rappresenta un valido esempio di innovazione sociale che apre nuove piste di lavoro”. Per quanto riguarda le prospettive future, “l'obiettivo è la valorizzazione della qualità nel suo complesso: quella intrinseca dei prodotti agricoli, quella del processo produttivo, quella dei territori e delle comunità locali – scrive nella postfazione il senatore Andrea Olivero - . Per questo l'agricoltura sociale, oltre a essere una grande sfida per il nostro Paese, è una sfida circa il modello di sviluppo che vogliamo abbracciare per il futuro”. (cl)