Sul decreto legge sicurezza Il Quotidiano di Libero, Il Dubbio, Sardegna Oggi e Sassari Notizie riportano, nella giornata del 15 novembre, la dichiarazione del coordinatore di Mpd-Movimento Democratico Progressista e deputato di Liberi e uguali Roberto Speranza: «Eliminare il permesso di soggiorno per motivi umanitari e ogni riferimento a forme di protezione umanitaria dal testo […] stravolge sostanzialmente l’impianto costituzionale e giudico dell’Italia e ha la conseguenza di accrescere marginalità e irregolarità dei migranti, aumentando allo stesso tempo la propensione a delinquere da parte di chi si sente abbondato. A questo si aggiunge lo smantellamento sostanziale del sistema Sprar che era l’unico in grado di favorire una vera integrazione».
Sempre nella giornata di ieri La Repubblica riporta un’intervista all’assessore alla persona, scuola e comunità solidale del Comune di Roma Capitale Laura Baldassare nella quale si può leggere una sua dichiarazione: «Puntiamo sul sistema Sprar, su un’ accoglienza h24 che lavori anche sull’inclusione sociale».
A Roma si è tenuta la conferenza stampa di presentazione del Rapporto Sprar 2017. Numerosi gli interventi e le riflessioni che si sono tenuti per l’occasione. A presentare i dati riferiti all’anno 2017 e all’inizio del 2018 la direttrice del Servizio Centrale Daniela Di Capua, intervistata ai microfoni di Repubblica.it. Insieme a lei anche il sindaco di Prato e delegato Anci all’immigrazione Matteo Biffoni.
Sono intervenuti anche Leonardo Domenici presidente della Fondazione Anci Cittalia, Tatiana Espositodirettore generale della Direzione Generale Immigrazione del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Fabio Versaci presidente del consiglio comunale di Torino, Vito Fusco sindaco di Castelpoto (BN), Laura Marmorale assessore all’ immigrazione e integrazione sociale dei migranti di Napoli, Francesco Maragnosindaco del Comune di Montesilvano, Laura Baldassarre assessore alla persona, scuola e comunità solidale del Comune di Roma Capitale.
In un articolo del 16 novembre pubblicato su Il Foglio (e ilfoglio.it) si riportano le dichiarazioni raccolte ieri in occasione della presentazione del Rapporto Atlante Sprar 2017. Il sindaco Matteo Biffoni rilancia la preoccupazione dei sindaci, che come si può leggere nell’articolo, “da destra a sinistra, passando per i 5 stelle, i sindaci rappresentati dall’Anci sono tutti concordi nel temere le conseguenze che dovranno gestire se la rete degli Sprar verrà depotenziata. Con meno risorse e requisiti d’accesso diversi, un numero maggiore di persone resterà fuori da un sistema che garantisce stabilità sociale e benefici per le comunità”. Il sindaco Biffoni, su questo tema, aggiunge: «Il dialogo istituzionale è in corso, ma se il governo non accoglierà nessuno degli emendamenti che abbiamo presentato aprirà un vulnus violento con i territori».
L’articolo continua riportando i numeri dello Sprar e, a conclusione, la dichiarazione della direttrice Di Capua: «L’efficienza si vede in termini di sicurezza e di costi perché investire sull’autonomia limita il rischio che questi futuri cittadini diventino un peso per il sistema e agevola il loro inserimento nel tessuto socioculturale».
Sempre su Il Foglio (e su Ilfoglio.it) le parole del sindaco di Brescia Emilio Del Bono riguardo il decreto sicurezza: «Non ha molto senso chiudere anche gli Sprar se poi non si trovano soluzioni alternative. Il rischio in futuro sarà quello di vedere sul territorio persone obbligate a delinquere».
Sulla presentazione dell’Atlante Sprar 2017 anche un articolo del 15 novembre de Il Quotidiano di Sicilia. Dopo aver presentato i dati più significativi, le parole del presidente dell’Anci e sindaco di Bari Antonio Decaro: «Stiamo registrando negli ultimi giorni, a partire dall’incontro con il sottosegretario Molteni al Tavolo di coordinamento nazionale, un’apertura, una disponibilità al dialogo da parte del Governo con i Comuni. Ora – ha continuato il sindaco Decaro – vogliamo essere fiduciosi che i contatti avviati a livello tecnico con il ministero si concretizzino in una riorganizzazione sì dell’accoglienza, ma senza rinunciare a quel principio che si è realizzato negli Sprar. Deve essere chiaro a tutti che i migranti lasciati senza protezione, non spariranno dal nostro territorio. Ma rischieranno di diventare irregolari, occupanti abusivi nella migliore delle ipotesi, o braccia a disposizione della criminalità, nella peggiore».
In conclusione l’articolo riporta anche una dichiarazione del sindaco Matteo Biffoni: «Gli emendamenti definiti in Commissione immigrazione di Anci pur non intaccando l’impianto complessivo, potrebbero mitigare molto l’impatto critico della riforma, perché permetterebbero ai Comuni di continuare ad occuparsi dei casi più vulnerabili nell’ambito dello Sprar e non ad esclusivo carico dei servizi locali. Ci sono ancora i margini per un miglioramento del testo in Parlamento e siamo fiduciosi in possibili aperture».
Avvenire, in un articolo del 16 novembre, riporta ancora le parole della direttrice del Servizio Centrale dello Sprar Daniela Di Capua: “Un sistema che funziona, piccoli centri, «in accoglienza diffusa, in media 8 persone, una scelta che, diversamente dai grandi centri, previene il rischio di tensioni con le popolazioni locali». E continua: «il percorso che avevamo intrapreso andava verso la progressiva eliminazione dei Cas o la loro trasformazione in Sprar». Invece, aggiunge Matteo Biffoni: «c’è lo smantellamento degli Sprar a carico dei servizi sociali del territorio con una netta indicazione che riporta la storia a molti anni fa, cioè i grandi centri gestiti dalla prefetture, col rischio di tensioni. A pagare non sarà chi ha preso questa decisione ma i sindaci. Lo dicono tutti, trasversalmente, grandi e piccoli».
Tatiana Esposito, Direttrice generale immigrazione del Ministero del Lavoro, anch’essa presente alla presentazione di ieri a Roma, dichiara: «Assieme allo Sprar abbiamo realizzato un progetto per 750 persone di inserimento nel mondo del lavoro. Dopo nove mesi dalla fine del percorso formativo il 40% ha un contratto lavorativo regolare. Così ora stiamo facendo un analogo progetto per i minori tra 16 e 18 anni. Ma vorremmo metterli a sistema».
Ilgiornale.it, La Gazzetta del Mezzogiorno e Fan Page riportano le parole che Dunja Mijatovic, commissario dei diritti umani del Consiglio d’ Europa, ha dichiarato all’Ansa nella giornata del 15 novembre rispetto al decreto sicurezza: «Il dl sicurezza solleva diverse preoccupazioni dal punto di vista dei diritti umani di migranti e richiedenti asilo. Rappresenta un passo indietro in termini di accesso alla protezione per le persone su cui incombono gravi minacce, o che le hanno già subite», e «non consentendo ai richiedenti asilo di accedere al sistema degli Sprar, si metterà ulteriormente in difficoltà il sistema di ricezione e integrazione italiano».
Su La Provincia Pavese l’assessore ai servizi sociali del comune di Pavia Alice Moggi dichiara: «Gli Sprar si basano su un progetto e infatti sono percepiti come seconda accoglienza. I migranti, spesso, sono inviati dai Cas, ma negli Sprar partecipano alla vita della comunità, ci sono percorsi di formazione e possono essere coinvolti nel volontariato. Con il decreto tutto questo sparirà e avremo un esercito di invisibili».