In questi giorni, alcune notizie propongono una riflessione sul tema della "paura" che entra nelle nostre vite e ci narcotizza!.
La risposta che il Paese riesce a dare ad alcune emergenze sociali, anche attraverso le sue istituzioni, dato che esse comunque sono lo specchio della società, sembra essere scritta solo sull'onda debole dell'emotivita' e mai sulla forza della ragione.
Un ramo del parlamento, la Camera dei Deputati, approva una legge per introdurre nei luoghi educativi e di cura (asili, scuole, case di riposo...) le telecamere, obbligandoli ad abdicare alla loro funzione pedagogica e trasformando le agenzie sociali ed educative in "presidi di polizia". In questi luoghi il "grande fratello" comprometterà la centralità della funzione educativa, insidiata dalla percezione di un costante pericolo rievocato dalla sola presenza di impianti tecnologici del tutto estranei agli ambienti in cui essi saranno installati.
A "Gorino" la popolazione entra in crisi e si mobilita contro l'accoglienza di un piccolo ed innocuo gruppo di profughi, 12 donne, alla ricerca di un tetto sotto il quale riparare la propria triste e dolorosa condizione umana. Emergono le ansie e i timori che crescono nel Paese, ma così si oscura il grande sforzo di solidarietà e di aiuto che le comunità locali compiono quotidianamente vicino ai "disperati" che approdano nelle nostre coste.
Ma tutto questo accade perché oggi fa più audience uno "slogan" e non un ragionamento, ci interessa di più il clamore che la sostanza degli avvenimenti, ci facciamo trasportare dalle mode del momento e rinunciamo ad avere un pensiero lungo.
Questo è ormai anche l'approccio della politica, almeno di quella parte che "urla" e "dice sempre di no"; anzi spesso, colpevolmente, essa soffia sul fuoco dei timori e della rabbia dei cittadini, senza sapere offrire nessun orizzonte di senso!.
Forse è il caso, invece, di guardare al futuro senza annegare nella "paura", correndo anche il rischio di diventare scomodi, impegnandoci fortemente per riprendere in mano il nostro destino!.
Paolo Ragusa
Presidente Centro Studi C.E.S.T.A.