Paura e bugie in UE, come combattere la disinformazione sui migranti

Piuttosto che contrastare direttamente la disinformazione sui migranti, i professionisti della comunicazione e i decisori politici dovrebbero promuovere narrazioni alternative che indeboliscano l’appeal di messaggi che incitano alla paura e all’odio, e riformulare interamente il dibattito sulla migrazione.  
È la conclusione dalla ricerca Fear and lying in the EU: Fighting disinformation on migration with alternative narratives  condotta da Foundation for European Progressive Studies, European Policy Centre, Friedrich-Ebert-Stiftung e Fundación Pablo Iglesias, che ha esaminato quasi 1,500 notizie pubblicate in 4 Stati Ue (Germania, Italia, Spagna e Repubblica Ceca), tra maggio 2019 e luglio 2020.  
Secondo gli autori, la disinformazione sulle migrazioni cerca di sfruttare le paure dei lettori per polarizzare l’opinione pubblica, costruire scontento, seminare divisioni e determinare l’agenda politica. Tende ad adattarsi e a cambiare in base alle preoccupazioni principali del pubblico… 
La disinformazione ha successo anche perché i suoi autori collegano l'immigrazione a insicurezze esistenti, dipingendola come una minaccia in tre aree in parte sovrapposte: la salute (migranti come criminali violenti, terroristi o portatori di malattie), il benessere economico (migranti come truffatori di sussidi sociali e concorrenti sleali per il lavoro) e l’identità (migranti come invasori ostili, che minacciano di sostituire gli europei bianchi e cristiani e le loro tradizioni)... -  Per saperne di più e approfondire l'argomento, continua a leggere la più ampia news cliccando su integrazionemigranti.gov.it (fonte notizia) pubblicata il 4 dicembre 2020.